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CURA STRAORDINARIA D'IDROFOBIA.

In una lettera diretta all'Accadèmie des Sciences a Parigi, Monsieur Brussner dichiara che nel 1835 egli assistè una donna che moriva d'idrofobia, alla quale, richiesto da lei stessa, levo sangue. Una goccia di questo sangue s' internò in una graffiatura che egli aveva in una mano. Egli non vi fece attenzione nel momento, ma questa circostanza gli ritornò alla mente quando un giorno, essendo fuori in carrozza, fu assalito da tutti i sintomi di questa terribile malattia. Senza speranza di guarigione si fece porre in un bagno caldissimo, coll' idea di morire meno dolorosamente; ma quale fu mai la sua sorpresa, quando dopo pochi minuti che trovavasi nel bagno, egli si sentì del tutto sollevato: escì dal bagno, si rivestì, e da quel tempo in poi non ebbe veruna rinnovazione del morbo tremendo. Egli in seguito tentò con piena riescita lo stesso rimedio sopra ottanta persone attaccate d'idrofobia, e non fallì se non con un ragazzo che morì nel bagno.

S. Fenzi.

RETTIFICAZIONE.

SIGNORI REDATTORI,

Il Sig. R. Murchison 1 m'incarica di prevenire i Redattori della Rivista Britannica, che l'articolo sulla California da essi riprodotto nel 1o e 2o fascicolo, non è altrimenti del Sig. Herschell, al quale venne attribuito, ma suo, e desidera ne sia, nel prossimo fascicolo, inserita fale rettificazione.

Ho l'onore di essere

Pisa, 3 settembre 1851.

Loro Umiliss. Servitore

PROF. GIUSEPPE MENEGHINI.

1 Autore della Memoria sulla struttura geologica delle Alpi, degli

Appennini e dei Carpazi.

RIVISTA BRITANNICA.

DELLA FILOSOFIA DI BACONE.

(Discorso estratto dai saggi storici e critici di TOMMASO BABINGTON MACAULAY)

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La principale particolarità della filosofia di Bacone sembra a noi essere stata di mirare a fini affatto differenti da quelli che si erano proposti finallora i filosofi. Ecco qual era la sua opinione. « Finis scientiarum, a nemine adhuc bene positus est. » E di nuovo: « Omnium gravissimus error in deviatione ab ultimo doctrinarum fine consistit. » « Nec ipsa mela, » dice egli altrove, « adhuc ulli, quod sciam, mortalium posita est et defixa. » Più esamineremo le sue opere con accuratezza, più apparirà chiara, a parer nostro, essere questa la vera chiave di tutto il suo sistema; e si vedrà che egli usava mezzi differenti da quelli di altri filosofi, perchè desiderava di giungere ad un fine interamente differente da quello di loro.

Qual era dunque il fine che Bacone si proponeva? Era,

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per fare uso della sua enfatica espressione: « Il frutto >> (fruit) Era moltiplicare gli umani godimenti, e mitigare le umane sofferenze. Era « sollevare la condizione dell'uomo. » Era « commodis humanis inservire. » 2 Era « efficaciter operari ad sublevanda vitæ humanæ incommoda. » 3 Era « dotare vitam humanam novis inventis et copiis. » Era « genus humanum novis operibus et potestatibus continuo dolare. » Questo era l'oggetto di tutte le sue speculazioni in ogni compartimento della scienza; nella filosofia naturale, nella legislazione, nella politica, nella morale.

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Due parole formano la chiave della dottrina Baconiana: UTILITA' e PROGRESSO. L'antica filosofia sdegnosa di essere utile, e contenta di rimanere stazionaria, trattenevasi ampiamente in teorie di perfezione morale, le quali appunto per la loro sublimità non potevano essere altro mai che teorie; in tentativi di risolvere enimmi insolubili; in esortazioni per l'acquisto di qualità di animo impossibili. Ella non poteva abbassarsi all'umile ufficio di pensare ai comodi delle creature umane. Tutte le scuole disprezzavano questo ufficio come degradante; alcune lo censuravano come immo-. rale. Una volta, per verità, Posidonio, scrittore insigne del secolo di Cicerone e di Cesare, dimenticò se medesimo fino al punto da annoverare fra i più utili benefizi che il genere umano doveva alla filosofia, la scoperta del principio dell'arco, e l'introduzione dell'uso dei metalli. Questo elogio fu considerato come un affronto, ed energicamente rifiutato. Seneca riguarda siffatti' complimenti come insulti. La filosofia, secondo lui, non ha niente che vedere coi palchi a volta. Il vero filosofo non si cura di vedere se l'uomo sa o

1 Advancement of Learning, libro 1.

2 De Augmentis, lib. 7, cap. 1.

3 Ib., lib. 2, cap. 2.

Novým Organum, lib. 1, Aph. 81.

5 Cogitata et visa.

Seneca, Epist. 90.

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