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En, Vivi, e regna o Rè fuperbo

Vanne infegna

Quali fon d' Afia gli Erol.

Per mio dono or vivrai

E nel foglio

Per mia gloria regnerai

ET

Per roffor dei falli tuoiweg 4

SCENA III.

Farba

Dio fon vinto, ed io foffro una vita

EP

Che d'un vile stranier due volte e dono!

No, vendetta, vendetta, e se non pofioi

Nel sangue d' un rivale

Tutto estinguer lo fdegno,

Opprimerà la mia caduta un Regno.

Sa la pendice alpina

Dura la quercia antica,
Ela stagion nemica
Per lei fatal non è,

Ma quando poi ruina
adre Dimille etadi a fronte....

Gled

Gran parte få del monte
Precipitar con sèrie
SCENA IV.

Arafpe, Ofmida

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In di Jarba indifesa
Lof tuolde Mori à queste mura

Ar. M'è noto

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3.1

5.7

egika

Of. Ad ogn' impresa

Al vostro avrete il mio congiun to

Ar. Troppo follia farebbe

Fidarsiate,

Of Per qual caggione!

Ar. Un core

Non può ferbar mai fede

Se una volta a tradir perde l' orrore,

Of A raggione infedele

Con Didone fon io. Così punisco * L' ingiustizia dilei, che mai non diede Un premio alla mia fede.

Ar. E' arbitrio di chi Regna,

Non è debito il premio, e quando ancora Foffe dovito a cento imprese, e cento Non v'è torto, che scusi un tradimento

Of Chi qudrisce di questa

Rigorofa virtude i suoi pensieri

3

10

La fua forte ingrandir giammai non credi.

Ar. Se produce rimorfo

Anche un Regno è sventura, a te dovrebbe

La gloria esser gradita

Di vassallo fedel, più, che la vita.

O. Questi dogmi severi

Serba Araspe per te, prendersi tanta
Cura dell' opre altrui non è permesso,
Non fà poco, chi fol pensa a se stesso.

X

Scena

P

Silene, e detta

Arti da' nostri lidi

Enea? che fa? dov'è ?

Of Nol so.

Ara. Nol vidi.

Sil. Oh Dio! che più ci resta

Se lontano da noi la forte il guida.

Ara. E' teco Araspe.

Of. E ti difende Osmida.

Sil. Pria, che manchi ogni speme

Vado in traecia di lui.

Of. Ferma Silene

Se non li sei ritegno

Più pace avranno,e la Reina e il Regno.)

Sil. Intendo i detti tuoi.

Sò perche lungi il vuoi.

Ara. Con troppo affanno

Di arrestarlo tu brami.

Perdona l' ardir mio, temo, che l'ami

Sil. Se a te della Germana

Foffe noto il dolore

La mia pietà non chiameresti amore.

Of. Tanta pietà per altri a te che giova? . Ad un cor generoso

Qualche volta è viltà l'esser pietoso..

Sil. Senfi d'alma crudel!

SCENA VI

Farba con guardie, e detti

}

Non

On fon contentor

Se non trafiggo EnessCT

Sil. (Numi, che sento!

Ar. Mio Rè qual nuovo affanno

Tiha di furor l' anima accefa?,

Iar. Pria fapraila vendetta, e poi l' offefa. Sil. (Che mai faral)

Parla indisparte con una guardia, e parte

O Signore

Le tue schiere son pronte, è tempo al fine

Che vendichi i tuoi torti

Iar. Arafpe andiamo.

Ar. lo sieguo i passi tuoic
Of Deh penía allora,

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Che vendicato seiseblobga

Che la mia fedeltà premiar tu der lar. E' giusto anzi precedat ne La tua mercede alla vendetta mia

Of. Generolo Monarca....
Jar. Old. Costura)
Si difarmi, e fi uccida

Le Guardie di farba difurmano Ofnida O Comel questo ad Ofmida?

Qual ingiufto furorehi for. Quest'è il premio dovuto a un traditore Of Parla amico per me, fà, ch' io non refti Cost vilmente oppreffo.

Ar. Non'tà posa chi fol penfa a fe hello,

Pietà

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Of Pietà, pietà Silene, ah non lasciarmi
In si mifero stato, e vergognofol
Sil. Qualche volta è vilta l' effer pietoso

SCENA VII,

Enea con seguito parlando con le guardie di
Silene, e Ofmida.

V ✔ A', Che rispondi vengo a a lei,... Silene, chen che mirose

Of Invitto Eroe

Vedi all' ire di larba

En. Intendo. Amici

In foccorso di lui l' armi volgete,

alcuni Trojani vanno incontro a mori che

lasciando Ofmidafuggono difendendosi

Lo punisca il rimorfo

Of. Ah lascia Enea,

Che grato a si gran dono...

:

En. Alzati, e parti.

Non odo i detti tuoi.

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Ad effer fido un altra volta imparan M

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Quando l' onda, che nasce dal monte,

Al fuo fonte

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